Carcere al collasso, la Scoccia: investire della questione il ministero di Giustizia

SULMONA – Non cadono nel vuoto le recriminazioni di sindacati e agenti penitenziari sulle carenze di personale al carcere, al centro stamattina dell’ennesimo sit-in. La consigliera regionale Marianna Scoccia ha, infatti, raccolto le loro richieste, suggerendo di investire della questione direttamente il ministero della Giustizia.

“Occorrono azioni massive e continuative così da assicurare efficienza e sicurezza per agenti e detenuti – fa notare – Vi è necessità di implementare il comparto  al fine di fornire massime risorse ad un settore in prima linea, da sempre, in situazioni non semplici da gestire. È necessaria inoltre una  più moderna e stringente politica legislativa, che tuteli maggiormente il personale dagli inevitabili rischi legati alla loro mission e al loro lavoro, anche al fine di rendere più efficace l’operatività del servizio che rendono, ogni giorno, ai cittadini e paese – sottolinea Scoccia – In Italia sono migliaia i detenuti in più rispetto ai posti previsti, ed in Abruzzo la situazione non diversa. Mancano poi mezzi e risorse economiche tant’e’ che  in alcuni istituti non è possibile trasferire i detenuti e mancano i fondi non solo per pagare gli straordinari, ma anche per mettere la benzina nei mezzi. Le condizioni che sussistono all’interno dell’istituto di reclusione di Sulmona sono da tempo insostenibili: il personale di è numericamente insufficiente a sostenere i carichi di lavoro e tali condizioni interferiscono, inevitabilmente, con le sicurezza stessa dell’istituto. Gli abnormi flussi lavorativi, esacerbati dal prolungato periodo pandemico, hanno chiaramente messo in luce la necessità di intervenire affinché il personale di comparto possa godere a piene dei proprio diritti e possa lavorare in condizioni di massima sicurezza”, ricorda il consigliere regionale. “Sono vicina al Corpo di Polizia Penitenziaria di Sulmona e mi farò portavoce nelle opportune sedi delle istanze che hanno sottoposto all’attenzione pubblica”, conclude Scoccia.

Condividi questo articolo