Covid e rischi sul lavoro: parla il peligno Patrizio Rossi responsabile nazionale Inail

SULMONA – Può essere considerato un vero e proprio “infortunio sul lavoro” il contagio da Coronavirus per gli operatori sanitari, ma anche per altre categorie. Lo afferma in un’intervista rilasciata oggi a quotidianosanita.it il peligno Patrizio Rossi, Sovrintendente Sanitario Nazionale dell’INAIL, originario di Pratola.

“Per prima cosa occorre richiamare l’attenzione sul presupposto tecnico-giuridico, che è quello della equivalenza tra causa violenta, alla base di tutti gli infortuni, e causa virulenta, costituita dall’azione del nuovo Coronavirus. Sono da ammettersi a tutela Inail – specifica Rossi nell’intervista – tutti i casi in cui sia accertata la correlazione con il lavoro ed in alcune categorie, per le quali si sia estrinsecato il cosiddetto rischio specifico, come gli operatori sanitari, vale la presunzione di esposizione professionale”.

L’articolo prende spunto dalla pubblicazione della Circolare 13 Inail, dello scorso 3 aprile, nella quale veniva confermato il riconoscimento di infortunio sul lavoro da contagio Covid a seguito dei 1.637 infortuni nel comparto sanità denunciati all’Istituto già nel mese di febbraio, e che supereranno i 10.000 a marzo. La nota Inail del 17 marzo chiariva quindi senza possibilità di errore che questa infezione va intesa come “malattia-infortunio”.

Nell’intervista Rossi chiarisce anche quali sono le altre categorie che possono avvalersi di infortunio, ovvero quelle che rientrano nella “presunzione semplice” e sono a contatto con il pubblico, specificando anche che l’elenco Inail è esemplificativo e non ne esclude altre che potrebbero rientravi: “lavoratori che operano in front-office, alla cassa, addetti alle vendite/banconisti, personale non sanitario operante all’interno delle strutture sanitarie con mansioni tecniche, di supporto, di pulizie, operatori del trasporto infermi, etc.”.

Ma non solo: “sono ammessi a tutela tutte le altre categorie di lavoratori che esercitano attività, compiti e mansioni diversi anche per le modalità stesse di espletamento. Per questo amplissimo raggruppamento di lavoratori, non potendosi far valere la presunzione di origine professionale, l’assunzione in tutela seguirà al positivo accertamento medico-legale”.

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