SULMONA – Sarà svolta domani l’auropsia sul corpo di Marco Del Cimmuto, il 33 enne originario di Pescostanzo ma sulmonese di adozione, morto ieri folgorato sul posto di lavoro nell’Aretino. La salma è stata posta sotto sequestro e l’esame autoptico potrebbe sciogliere qualche dubbio sulle cause del decesso. In queste ore si sta anche valutando la donazione degli organi.

Sono cinque gli avvisi di garanzia notificati stamattina nell’ambito dell’inchiesta aperta dal pm Andrea Claudiani della procura di Arezzo per la morte del giovane. Il reato ipotizzato è quello di omicidio colposo: gli avvisi di garanzia sono stati inviati ai tre amministratori, al responsabile e al preposto alla sicurezza della ditta Asla, di Lama dei Peligni (Chieti), l’azienda per la quale lavorava il 33enne .Gli accertamenti dei Carabinieri di Monte San Savino e quelli della magistratura dovranno chiarire se si è trattato di fatalità e imprudenza o se ci sono responsabilità come omissioni e negligenze delle figure preposte alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Stando a una prima ricostruzione dei fatto il 33enne sarebbe stato ‘sfiorato’ dai cavi dell’alta tensione del vecchio palo che con i colleghi doveva sostituire in un campo. I sanitari intervenuti subito sul posto erano riusciti a far ripartire il suo cuore andato in arresto cardiaco. Ma tutti gli sforzi sono risultati vani. L’uomo trasportato all’ospedale di Siena è deceduto senza riprendere conoscenza: i danni fatti al suo fisico dalla violenta scarica elettrica erano troppo gravi. Marco lavorava per una ditta di un consorzio che opera sulla linea Enel. Al vaglio degli inquirenti ci sono le manovre eseguite e le dotazioni in uso per l’intervento di sostituzione dei pali.

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