SULMONA, PIZZOLA: PRESENTAZIONE LIBRO “USCIRE DALLA GUERRA PER UN’ECONOMIA DI PACE”

SULMONA – Venerdì 12 aprile alle ore 17, presso la sede della CGIL, a Sulmona in vico del Vecchio 5, verrà presentato il libro “Uscire dalla guerra, per un’ economia di pace”, un lavoro collettivo al quale hanno preso parte 18 autori.

L’iniziativa è promossa dal Tavolo per la pace e la solidarietà Valle Peligna. Introdurrà Mario Pizzola e interverranno i curatori del libro (pubblicato da Cittadella Editrice Assisi) Antonio De Lellis e Rosetta Placido.

Dalla fine della seconda guerra mondiale non era mai accaduto che due grandi conflitti infiammassero il nostro pianeta contemporaneamente. I leader mondiali, anziché spegnere il fuoco, lo alimentano inviando armi e finanziamenti, andando in questo modo verso una escalation che ha al suo culmine il rischio di una terza, e probabilmente ultima, guerra mondiale che verrebbe combattuta con tutte gli armamenti a disposizione, compresi gli ordigni nucleari.

La follia di quanti hanno nelle loro mani le sorti del mondo è tale da indirizzare le decisioni verso la riconversione delle economie nazionali in “economie di guerra” che sottrarrebbero – più di quanto oggi non avvenga – enormi risorse a settori che sono fondamentali per la sopravvivenza del genere umano, quali: salute, alimentazione, servizi sociali e lotta al cambiamento climatico; “economie di guerra” che rafforzerebbero notevolmente quel complesso militare – industriale – finanziario che già oggi influenza e controlla pesantemente le scelte dei governi.

Scrivono i curatori del libro: “Obiettivo fondamentale deve essere il disarmo. A fondamento della Costituzione italiana c’è il ripudio della guerra e la chiara indicazione dell’attività economica per una funzione sociale. La guerra guerreggiata, la violenza che si presenta ai nostri occhi non è che la esasperazione di una quotidianità fatta di sfruttamento e di soprusi. Decostruire la retorica della sicurezza, riumanizzare l’altro, perseguire la giustizia economica, è la via per un’economia di pace che il sistema capitalistico neoliberale non può garantire”.

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