SULMONA – Il vice sindaco e assessore all’Ambiente del Comune di Sulmona, Sergio Berardi (foto), ha presentato ieri ai Carabinieri Forestali una denuncia dopo aver ricevuto dal consigliere Maurizio Proietti un ordine del giorno durante il consiglio comunale dello scorso 30 dicembre. Il vice sindaco ha ritenuto “questa segnalazione notizia di reato” tanto da rappresentarla “alla polizia giudiziaria per lo svolgimento di quanto ritenuto più opportuno”.
Nell’odg (allegato alla denuncia) il consigliere prima in maggioranza e poi in minoranza Maurizio Proietti chiede – tra le altre cose – di “verificare che non vengano conferiti rifiuti pericolosi nella discarica di Cogesa poiché alcuni cittadini residenti nei dintorni hanno segnalato un traffico notturno di camion all’interno della discarica e l’accensione di fuochi al di fuori dell’orario lavorativo”.
Si attendeva da tanto il primo atto del nuovo vice sindaco e assessore all’Ambiente, che ha ben pensato di affidarsi al pensiero di un consigliere di opposizione evidentemente per celare il suo contro la società partecipata, di cui il Comune di Sulmona è azionista di maggioranza e il cui sindaco presiede l’organo di controllo societario. Quello stesso organo che avrebbe dovuto impedire proprio quanto si ipotizza nella denuncia. Siamo al reale paradosso.
Al di là del giudizio politico sul fare proprio un Odg di un ex della maggioranza che classifica in pieno tutta la sindacatura di Gianfranco Di Piero e questa nuova giunta, tanto che nemmeno l’autore del documento si è sentito in dovere di rappresentarlo all’autorità giudiziaria, non si può non sottolineare come accuse del genere (tanto pesanti quanto infondate per il comune buon senso), per le quali si potrebbe configurare per contro il reato di calunnia, valichino i confini della lotta politica.
Paradossale è arrivare a chiedere di “verificare se il monitoraggio dell’Arta rispetti i criteri scientifici più rigorosi”, dopo che l’Agenzia regionale di tutela ambientale è stata incaricata a pagamento e a carico dei contribuenti dalla stessa giunta Di Piero a svolgere indagini ulteriori, oltre quelle che per legge vengono svolte periodicamente su Cogesa e su tutti gli altri impianti simili.
E dal momento che i risultati non sono stati quelli attesi politicamente ci si rivolge ora all’autorità giudiziaria, andando ad intasare ulteriormente il sovraccarico di lavoro di forze dell’ordine e magistratura alle prese con una ormai cronica carenza di organico e di mezzi. Ulteriore scelta poco rispettosa del lavoro altrui e delle tasche dei contribuenti, ma che continua a perseguire solo fini politici.
Il paradosso sconfina nel surreale quando nell’ordine del giorno si chiede di “verificare che non vi sia il pericolo della costruzione di un termovalorizzatore”, impianto vietato dalla normativa regionale.
Se tutto questo non fosse un paradosso potrebbe configurarsi un disegno preordinato di denigrare la seconda realtà produttiva del territorio che dà lavoro a più di duecento persone e che è settima a livello nazionale tra i consorzi di gestione rifiuti.
Insomma un’eccellenza dal punto di vista tecnico, ma da affossare evidentemente da quello politico, per disegni che non guardano agli interessi del territorio, ma che probabilmente continuano ad ammiccare all’aquilano con le mire espansionistiche del sindaco del capoluogo Luigi Biondi e di Asm.
Il tutto, evidentemente, per qualche patto politico che vede ancora in sella il sindaco Gianfranco Di Piero e i suoi assessori con stipendio e indennità aumentati a partire dall’altro ieri.