SULMONA – “Erano le ore 20 del 29 ottobre 1992, quando, padre Felice De Novellis da Caramanico, Frate Minore Cappuccino, lasciava questo mondo.
L’umile frate nasceva il 18 aprile 1904, a Caramanico. Nel battesimo, amministratogli il 21 aprile dello stesso mese, gli venne dato il nome di Vincenzo. Fin da subito, grazie alla preziosa educazione della madre, si formò nella virtù e nella pietà cristiana. Gli fu conferita la cresima, in data 12 giugno 1912, cioè all’età di 8 anni, mentre per quanto riguarda la sua prima comunione, è possibile che l’abbia ricevuta poco tempo prima.
Avendo ormai raggiunta una certa età, Vincenzo incominciò a frequentare il convento S. Lorenzo di Caramanico, dei frati cappuccini, dove apprese il gusto della preghiera e la devozione alla Vergine Maria. L’attività svolta da quei francescani, non fece altro che attrarre il cuore del ragazzo, ed è proprio in quel momento, che sentì in modo chiaro la divina chiamata.
Durante il primo conflitto mondiale, che sconvolse l’Europa, il ragazzo Vincenzo, decise di entrare nell’Ordine per abbracciare la via del sacrificio, del dono di se stesso e della totale consacrazione al Signore. Dopo aver detto addio al mondo lasciò il suo paesello nel 1916 all’età di 12 anni, per raggiungere il seminario serafico di Vasto. Completati i suddetti studi, successivamente raggiunse Penne, per ritirarsi nel noviziato (periodo di tempo di circa un anno destinato alla prova e alla conferma delle attitudini per entrare a far parte dell’Ordine). Con il passar del tempo fu ammesso, a pieni voti, agli esercizi spirituali, per prepararsi degnamente alla vestizione religiosa.
Vestì l’abito francescano all’età di 16 anni, scegliendo il nome di religione “Fra Felice”. Terminati tutti gli studi, fu finalmente ordinato sacerdote nel 1928. La sua vita religiosa, è stata legata, al convento francescano di Sulmona, San Francesco di Paola. Nella città del poeta Ovidio vi rimarrà per ben 59 anni, dalla fine del 1933 fino al 1992. Nel convento sulmonese ebbe diversi incarichi, da direttore del Seminario Serafico, a guardiano, poi parroco e assistente spirituale delle diverse associazioni e gruppi di preghiera che operavano all’interno della comunità. Fu parroco della nuova parrocchia di San Francesco di Paola (eretta, in data 24 marzo 1956) dal 1959 al 1963. Padre Felice, oltre a curare le attività della parrocchia e delle associazioni, prese a cuore il dovere nel confessionale. Tenne a cuore questo lavoro sopra ogni altra cosa e con il massimo impegno, svolgendolo, anche in casi eccezionali, nella sua camera. Tutti lo ricordano ed ognuno ha di lui un particolare che conserva nel proprio cuore.
Altro aspetto importante, è di certo la sua permanenza nell’ospedale civile di Sulmona. In particolare, durante la sua malattia finale, dove riuscì a farsi amare da tutti. Mai gli uscì di bocca una parola di lamento. La sua rassegnazione nel sopportare le sofferenze serviva di edificazione agli altri ammalati. Padre Felice, durante tutta la sua esistenza, si distinse per la carità, per la dedizione alla chiesa, ma, in modo particolare per la sua grande bontà e per quel dolce sorriso che aveva sempre nelle sue labbra. E’ importante, che il suo esempio, a trent’anni dalla scomparsa, continui ad invogliare i cristiani e fedeli che hanno avuto l’onore di conoscerlo, a raggiungere le più alte vette della perfezione cristiana, le stesse che lui raggiunse pian piano, durante il suo pellegrinaggio terreno”.
Antonio Cocco