Snam, ricorso troppo costoso. Casini: meglio fare pressing sul governo

SULMONA – Il ricorso sarebbe troppo costoso e allora si preferisce seguire la strada politica. Questa la replica del sindaco Annamaria Casini ai Comitati, che hanno incolpato il Comune di rinunciare al ricorso al Tar contro la Via della centrale Snam. Un ricorso che costerebbe intorno ai 15mila euro, troppi per il solo Comune di Sulmona (gli altri Comuni hanno partecipato agli scorsi provvedimenti ad adiuvandum cavandosela con circa 700 ciascuno”.

“Siamo da sempre contrari alla realizzazione del Metanodotto e della Centrale di compressione gas a Sulmona, come abbiamo sempre ribadito fattivamente in questi 5 anni di mandato, conducendo l’annosa battaglia con ogni mezzo, su tutti i fronti e in tutte le sedi – ricorda il sindaco – dai ricorsi giudiziari (ben due portati avanti con numerosi sindaci del territorio) ad atti e istanze nelle sedi ministeriali e nelle Conferenze dei Servizi, al fianco dei cittadini, delle associazioni e di un intero territorio, esprimendo in varie forme il dissenso, in manifestazioni, convegni, ripetuti incontri anche presso il Governo, riconsegnando anche la mia fascia tricolore, coinvolgendo le istituzioni locali, l’Ingv, chiedendo sospensione AIA, contestando la VIA datata 2011 e chiedendo la riapertura del procedimento  e l’avvio della procedura di VAS/V.INC.A. Non ci siamo mai arresi e continueremo a dire No come abbiamo fatto fin’ora, come pochi Enti stanno ormai facendo, ma in questo momento la palla è solo in mano al Governo che, nell’epoca della transizione ecologica, deve investire risorse su impianti innovativi nell’ottica di uno sviluppo sostenibile e, dunque, modificare la sua politica energetica bloccando l’insediamento, per il rispetto dell’ambiente e la sicurezza della collettività, nel rispetto della volontà del territorio e della sua vocazione. Per questo si ritiene, come ben approfonditamente argomentato dall’assessore all’Ambiente Manuela Cozzi, nei vari incontri tenuti con i Comitati ambientalisti, che la strada da percorrere sia di tipo politico più che legale amministrativo che dovremmo percorrere in solitudine sottraendo ulteriori importanti risorse alla collettività per un nuovo infruttuoso ricorso.  E’ ora che la politica nazionale esprima apertamente la propria strategia energetica, mettendosi al pari delle altre nazioni europee, abbandonando piani e progetti obsoleti e devastanti per il nostro patrimonio ambientale e conflittuali con processi di sviluppo sostenibili e responsabili”.

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