SULMONA – Cento anni domani. Taglia un altro importantissimo traguardo il partigiano Gilberto Malvestuto. L’ultimo ufficiale in vita della Brigata Majella è pronto a festeggiare domani nella casa di riposo di via Mazara tra l’affetto dei suoi cari e insieme agli altri ospiti, nel rispetto delle distanze di sicurezza.
Una data molto importante quella del 17 aprile, non solo per il compleanno a tre cifre, ma anche per la liberazione di Castel San Pietro, paese in provincia di Bologna che fu liberato proprio in quel giorno di 76 anni fa da un appena 24enne Malvestuto. Per questo domani Fausto Tinti, il sindaco emiliano, sarà in collegamento per rendere omaggio al glorioso combattente.
Un secolo di vita speso per la libertà e la patria, ma il ricordo di quei giorni gloriosi resta vivo nel cuore e nella mente di Gilberto Malvestuto
“Ho fatto soltanto il mio dovere – ha sempre detto Malvestuto – ho fatto la cosa giusta, lottando e rischiando la vita con altri per la libertà dell’Italia. Il Covid lo supereremo, come tante altre cose, io mi sono vaccinato”.
La libertà era un bene prezioso a quei tempi, da difendere e da conquistare a caro prezzo, con tante giovani vite sacrificate. Ed è ai giovani che Malvestuto si è rivolto di frequente.
“La scuola ha una funzione importante per l’affermazione dei valori della Resistenza – aggiunge – Senza memoria non c’è futuro. Continuerò a tenere accesa la “fiammella” del ricordo finché ne avrò la forza”.
Tante battaglie, lutti e dolori, quindi la grande gioia.
“Il 25 aprile del 1945 ero a Bologna, qui una folla in delirio ci accolse come fossimo degli eroi – ha raccontato in modo lucido agli studenti che ha incontrato fino a qualche anno fa – Ricordo in particolare una ragazza, mi venne incontro correndo e mi abbracciò e mi disse “grazie”. Mi sembra ancora di sentire il battito del suo cuore, così come ricordo benissimo i fiori che le persone ci buttavano dalle finestre, insieme ai bigliettini di ringraziamento”.
Malvestuto è nonno di cinque nipoti, avuti dai suoi tre figli ed è bis nonno del piccolo Domenico, che il 27 aprile, due giorni dopo dalla Festa della liberazione, compirà gli anni. Un destino quello delle date per il partigiano che appena a 22 anni si arruola militare e lascia il posto sicuro da capo stazione a Sulmona, per entrare due anni dopo nella Brigata Maiella.
“Ai miei figli ho voluto consegnare una società con libertà di pensiero, quello che aveva il comandante Ettore Troilo, fondatore della Brigata Maiella, un grande italiano, entusiasta e galvanizzatore di giovani”, ha detto più volte rivolto ai suoi ragazzi.
La Brigata Maiella è l’unica formazione partigiana italiana decorata con medaglia d’oro durante la Resistenza.
Malvestuto era tenente nella compagnia mortai della Brigata composta per lo più da abruzzesi, che dopo la liberazione di Sulmona nel giugno 1944 proseguì il percorso verso nord alle dipendenze dell’Armata alleata per finire il 21 aprile 1945 con
l’entrata tra i primi nella Bologna liberata. Una pagina importante della storia d’Italia, scritta da un gruppo di ragazzi di Sulmona, e in particolare dal tenente Malvestuto, che continua a commuovere coi suoi racconti anche a 100 anni.
Auguri all’eroe sulmonese.