SULMONA – Dopo il focolaio che si era sviluppato tra i collaboratori di giustizia nelle scorse settimane, che aveva spinto l’amministrazione penitenziaria a trasferirli altrove, la Uil Pa si oppone al loro rientro nel supercarcere di via Lamaccio.
Il segretario generale territoriale UIL PA polizia penitenziaria e componente della Cst Adriatica Gran Sasso Mauro Nardella interviene opponendosi al paventato rientro in sede dei detenuti collaboratori di giustizia per motivi di sicurezza.
“Vale la pena ricordare che gli stessi agli inizi di Dicembre erano stati trasferiti altrove, in piena emergenza pandemica, onde permettere di circoscrivere il pericoloso focolaio che si era acceso attraverso l’isolamento dei numerosi casi di positività – ricorda il sindacalista – Solo così si è potuto evitare il possibile quanto assai probabile tracollo delle condizioni sia sanitarie che legati alla sicurezza della struttura penitenziaria ovidiana.
Abbiamo più volte auspicato il definitivo allontanamento dei collaboratori dal carcere peligno ed ora che si è materializzato questo aspetto sarebbe una disdetta vederli rientrare.
Lo diciamo ora e non ci stancheremo mai di ribadirlo: noi della UIL non crediamo sia utile ripristinare questa promiscuità di regimi penitenziari.
Con loro insieme tutto diventa più difficile e alquanto complicato risulta essere affrontare la quotidianità.
Una quindicina di anni fa il reparto collaboratori era addirittura gestito da ben trenta componenti del Gruppo operativo mobile”.
Dunque erano 30 gli agenti penitenziari del Gruppo operativo mobile su 290 agenti penitenziari in totale. Ora i poliziotti penitenziari sono 246 per 400 detenuti tutti di alta sicurezza in attesa di altri 200, con la fine dei lavori col nuovo padiglione.
Numeri che oggi non consentirebbero, secondo Nardella, il ritorno in struttura dei collaboratori di giustizia.