La Valle Peligna, ricca di storia, cultura, bellezze naturali, florido turismo estivo ed invernale non solo nazionale, polo di raccolta dei bacini dell’Alto Sangro, dell’Alto Sagittario e della Valle Subequana, zona sismica di I° grado (“possibilità di eventi molto forti, anche di tipo catastrofico” OPCM n.3274 del 20.03.2003) vive da anni un illogico e severo ridimensionamento, martoriata da continue spoliazioni che hanno prodotto nella nostra Sanità, gloriosamente nata nel lontano secolo XIV, da ultimo con il declassamento dell’Ospedale di Sulmona, anche in ordine al “diritto alla salute” pesanti conseguenze e criticità che ci sembrano, ancor più oggi, ingiuste.
Il nostro Ospedale, struttura di “frontiera”, speranza di salute per una estesa comunità, per troppi validi motivi (“Reti tempo dipendenti”, zona di montagna, distanze aggravate da neve e ghiaccio, carenze infrastrutturali, non omogenea presenza del servizio di Elisoccorso, alta sismicità), al contrario, avrebbe dovuto essere assolutamente potenziato con personale adeguato e confermato nella “offerta originaria” per un riequilibrio umano, territoriale e geografico.La Legge 833 del 1978 con cui nasceva il Servizio Sanitario Nazionale sanciva il diritto ad ogni cittadino di avere tutte le cure di cui avesse bisogno, garantendo universalmente livelli adeguati di assistenza, fondando le sue basi nella “Scienza Medica” e nella “Solidarietà”, valore essenziale che non ammette il silenzio, la distanza, l’indifferenza.Il diritto alla Salute, unitamente all’Istruzione, al Lavoro e alla Giustizia, rappresentano i principi cardine della Carta Costituzionale, valori fondamentali sui quali si regge la nostra Società a protezione del Sistema democratico, garantendo uguaglianza di Opportunità e Pari Dignità Sociale a tutti i cittadini.
Martin Luther King diceva: “la nostra vita comincia a finire il giorno in cui diventiamo silenziosi sulle cose che contano”.
L’Associazione Medici Cattolici Italiani, (“il posto della Medicina è tra le correnti della vita, non sulla riva”), e per essa i Medici Cattolici della Diocesi di Sulmona-Valva, con un impegno costante nel tempo nel solco “dell’Alleanza di Cura”, non per interessi corporativi, ma per garantire dignità al lavoro medico, consapevole delle esigenze dell’intera comunità, in piena consonanza di intenti con il Suo Pastore Mons. Michele Fusco, esprime profonda preoccupazione per quanto si sta evidenziando in questo difficile momento nella nostra realtà sanitaria (Ospedale improvvisamente diventato Covid senza una necessaria e specifica analisi con percorsi e sistemi di prevenzione probabilmente poco funzionali, impegno di cura Covid pressoché completo del reparto di Anestesia e Rianimazione, quasi blocco delle attività chirurgiche, organici da troppo tempo carenti, medici indagati al Pronto Soccorso, da ultimo esposto alla Magistratura del personale sanitario della Utic-Cardiologia), e rivolge un ulteriore invito a chi ha “Responsabilità decisionale”, sempre e in particolar modo nel campo della Salute, a sentire la “Cosa pubblica” non come “convenienza di parte” comunque argomentata, ma come “importante e alta”, in quanto capace di segnare il destino di tutti, a perseguire intendimenti, progetti, obiettivi, nonché impegni che ha inteso assumere per un Servizio Sanitario Equo, Efficace, Solidale conferendo così dignità ad una Comunità e a chi la rappresenta.