Snam, Comitati: centraline insufficienti e poco attendibili

SULMONA – “Le due centraline per la misurazione della qualità dell’aria che la Snam ha messo in funzione nel piazzale Di Bartolomeo e al Cimitero, sono insufficienti e daranno dati poco attendibili sul piano scientifico”.

Ne sono convinti i Comitati cittadini per l’ambiente, che stigmatizzano l’avvio del monitoraggio della qualità dell’aria.

“Servirebbe una installazione di una “rete” di monitoraggio e non soltanto due centraline poiché le sostanze inquinanti emesse dalla centrale di compressione, non si fermano ai confini di Sulmona, ma investono l’intera Valle Peligna. Perciò era ed è necessario installare  centraline anche in altri Comuni del nostro comprensorio.

La individuazione dei siti in cui posizionare le due centraline non è avvenuta sulla base di criteri scientifici in quanto il monitoraggio ante operam della qualità dell’aria, per poter fornire dati attendibili, richiede necessariamente uno studio specifico sul clima della Valle Peligna, studio che non esiste, ma che è indispensabile perché è con questo strumento che vengono forniti i dati relativi alla orografia del territorio, alle sue caratteristiche anemologiche (velocità e direzione dei venti) e agli altri elementi del clima. Solo dopo aver acquisito queste informazioni è possibile fare ricorso ai modelli previsionali dai quali ricavare scenari di diffusione degli inquinanti con l’individuazione dei punti di massima concentrazione degli stessi. In questi punti, e non in altri scelti casualmente, è opportuno installare centraline di misurazione della qualità dell’aria. Tutto questo è assente nel piano operativo della Snam.

E’ doveroso ribadire, in ogni caso, che l’aumento delle patologie e del tasso di mortalità correlati all’inquinamento atmosferico, anche per concentrazioni molto basse, dimostrano che non c’è una soglia di sicurezza e che i limiti fissati non sono sicuri per la tutela della salute umana. La conferma di ciò viene dallo studio  pubblicato il 22 agosto 2019 sul prestigioso New England Journal of Medicine”.

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