Repartino blindato per detenuti chiuso, Nardella chiede di sospendere i ricoveri

SULMONA – “La Uil che per molti anni si è battuta per la realizzazione di un presidio idoneo chiede la sospensione di tutti i prossimi ed eventuali ricoveri di detenuti provenienti dal carcere di Piazzale Vittime del Dovere.

Il tutto fino a quando non sarà chiarita la posizione circa l’utilizzo effettivo del repartino penitenziario e, soprattutto, solo quando la garanzia della sicurezza del luogo ove effettuare il piantonamento sia tale da non ingenerare, come detto prima, stress e disagi“.

Così Mauro Nardella, segretario generale della Uil Pa, sollecita l’apertura del repartino blindato dedicato ai detenuti, realizzato e mei entrato in funzione per la mancata attivazione della Lungodegenza che lo ospita.

Sono passati molti mesi dall’inaugurazione del nuovo repartino penitenziario realizzato presso l’ospedale di Sulmona ma ad oggi lo stesso risulta essere stato mai utilizzato.

“Tutti i piantonamenti dei detenuti ristretti presso il carcere di massima sicurezza di Sulmona e consequenziali ai loro ricoveri, o sono stati effettuati altrove in appositi reparti attrezzati  ( vedasi nosocomi di L’Aquila, Pescara e Chieti) oppure, così come avvenuto recentemente, in quasi promiscuità con altri degenti, direttamente in corsia presso l’ospedale cittadino – aggiunge Nardella – Le motivazioni del  non impiego del reparto blindato sarebbero diverse e vanno dalle insindacabili motivazioni sanitarie alla mancanta attivazione del reparto di lungodegenza all’interno del quale il repartino stesso insiste.

    Certo è che il non utilizzo di un settore penitenziario ospedaliero con tanto di struttura blindata ad esso dedicata, porta come logica conseguenza il fatto che è risultato del tutto inutile averlo realizzato e per di più  con tanto di spesa annessa e connessa.

 Oggi, tra l’altro,  lo è men che meno atteso che, in luogo della lungo degenza, la corsia dove risulta ubicato il reparto blindato è stata riservata all’area grigia deputata ad ospitare pazienti in attesa del riscontro dei tamponi ex covid 19 e quindi con i limiti imposti dalla conseguente ermeticità dell’area stessa.

    Il mancato utilizzo di un presidio blindato porta ovviamente a diversi inconvenienti che vanno dal disagio provato dagli altri pazienti, attesa la presenza di personale armato,ovvero dei detenuti quando gli stessi vengono allocati direttamente in corsia, al forte stress per il personale derivante proprio dalla mancanza di un area protetta capace di far effettuare il servizio con maggior, seppur relativa, tranquillità”.

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