PRATOLA PELIGNA – E infine, forse c’era stato un presentimento nel precedente articolo di Rete5, la vittoria è arrivata inaspettata solo per lei, Elisabetta Liberatore, che si è vista assegnare il primo Premio dello Zingarelli per l’inedito in uno stato d’animo difficilmente descrivibile.
Ed è successo, in una sera dello scorso fine settimana, all’interno di casa sua, davanti allo schermo di un pc, perché tutto o quasi oggi si svolge in questo modo. Una diretta streaming, che le ha tolto la gioia di essere fisicamente lì, in Puglia, nel Teatro Comunale di Cerignola con tutte le autorità al cospetto, sede del Premio e patria del filologo di cui porta il nome.
Ma, ma, si accennava, la gioia e tutte le emozioni correlate non sono mancate comunque, anche perché condivise direttamente con la famiglia, gli affetti più cari. E tutto in un attimo, è stata la sintesi di una carriera letteraria emersa relativamente da poco, una seconda natura che forse è la prima, anzi lo è senz’altro, e le proiezioni su una carriera che a questo punto Elisabetta concretizzerà nelle sue raccolte su carta. Ovvero la base, anche per ambire a riconoscimenti di natura anche più alta, dal piano nazionale a quello internazionale. Dalle recensioni di giornali di cronaca, a quelle di critica letteraria sempre più specializzata.
Elisabetta oltre ai vari premi in ambito nazionale infatti, negli stessi ambiti ha vinto anche la possibilità di pubblicazione di un quaderno poetico, ricevendo l’attenzione di due diverse case editrici. Una raccolta sembra sia già pronta, ed altre in via di realizzazione.
Non un arrivo ma una ripartenza infine per lei, questa iscrizione all’Albo d’oro dello Zingarelli, d’oro come i chicchi della spiga, suo simbolo, semi preziosi di altri frutti letterari.