SULMONA – Passato il tempo impellente della mobilitazione e delle piazze, le Sardine Peligne hanno avviato lo scorso 29 febbraio il nuovo percorso che, ripartendo dalle motivazioni fondanti del Movimento, apre la fase della riflessione sui temi che sono stati l’origine della mobilitazione nata in Emilia Romagna e poi diffusasi rapidamente su tutto il territorio nazionale.
Chiedere alla politica di dare risposte ai bisogni e non, al contrario, di alimentare paure ed odio. Chiedere che la conoscenza e la competenza siano alla base delle decisioni. Chiedere che sia rispettato ed applicato lo spirito della nostra Costituzione, che vede i suoi cardini portanti nel rispetto dei principi di uguaglianza e solidarietà, delle regole democratiche e delle istituzioni e nella condanna intransigente delle barbarie del fascismo.
Strumento irrinunciabile in tale percorso è la partecipazione che non si esaurisce nell’esercizio democratico del voto, ma trova il suo compimento nell’approfondimento dei processi che regolano la nostra società civile, fino a giungere al controllo della delega attribuita.
Il Gruppo delle Sardine Peligne intende, quindi, avviare una serie di iniziative che possano favorire il ritorno dei Cittadini alla Politica, che possano contribuire a spezzare la catena delle fakenews che avvelenano il clima ed alimentano l’odio contro chi la pensa diversamente. Già nel mese di marzo, in vista del prossimo referendum costituzionale finalizzato a realizzare la riduzione degli eletti nel Parlamento (230 Deputati e 115 Senatori oltre a 4 Deputati e 2 Senatori eletti nelle circoscrizioni estere), ci sarà una prima iniziativa finalizzata ad informare gli elettori. Tanto più importante sarà la partecipazione al voto, visto che, trattandosi di referendum confermativo, non è richiesto un quorum minimoperché lo stesso sia valido. Nei prossimi giorni saranno comunicati data e luogo di un incontro pubblico nel quale saranno esposte le ragioni del Si o del No.
Successivamente sarà affrontato il tema delle politiche per le aree interne e più in generale per il Sud e sarà richiesto un confronto pubblico con gli eletti nel nostro territorio, non tanto e non solo per fare il punto delle attività sin qui svolte a tutela del territorio, ma soprattutto per conoscere se e quali progetti intendono sostenere per il rilancio dello stesso.
E’ utile ribadire che le Sardine non sono un partito, né tantomeno intendono diventarlo, ma esprimono l’esigenza di riappropriarsi della politica da parte del popolo. In tale spirito sono aperte al contributo di qualunque organizzazione, associazione, gruppo che nel rispetto dei principi fondanti di cui si è detto si stanno impegnando o intendono farlo in percorsi di democrazia diffusa.