SULMONA – Meno 1.108 abitanti negli ultimi 4 anni: Sulmona per la prima volta non raggiunge nemmeno i 24mila residenti coi suoi 23.861 nel periodo di riferimento (2014-2018).
Il dato arriva dallo studio del professore sulmonese Aldo Ronci, che sottolinea il calo delle nascite.
Tra le altre motivazioni c’è anche il crollo delle nascite non compensato dall’immigrazione. “Il fenomeno – dice Ronci – può comunque essere combattuto da un lato favorendo la ripresa delle nascite e dall’altro, a livello regionale, destinando risorse a misure che stimolino e incentivino la competitività del sistema produttivo locale con conseguente riverbero sui livelli occupazionali”.
In più, se si prendono in considerazione i primi mesi del 2019, da gennaio a maggio, il dato è ancora più preoccupante con “una flessione di ben 3.511 abitanti che fa prevedere per l’anno 2019 una flessione di ben 8.000 abitanti”.
Come Sulmona anche Ortona, che perde 889 abitanti, Lanciano (-778), Giulianova (-221), Martinsicuro (-21). L’analisi sullo stato demografico della regione analizza la perdita di popolazione (-22.359) dell’Abruzzo, con una flessione doppia rispetto alla media nazionale della decrescita demografica. Il solo dato di segno positivo è invece quello riguardante l’area metropolitana Pescara-Chieti, con nove comuni che crescono complessivamente di 3610 abitanti: Montesilvano, Silvi, Città S.Angelo. Spoltore, Cappelle sul Tavo, Collecorvino, Moscufo, Pianella, Cepagatti, San Giovanni Teatino, Torrevecchia Teatina, Francavilla al mare. L’area metropolitana Pescara-Chieti raccoglie il 27% della popolazione totale d’Abruzzo. Le flessioni più consistenti di popolazione riguardano poi le province dell’Aquila (-2,50) e Chieti (-2,07). Più lievi le flessioni per Pescara (-1,08) e Teramo (-0,98). Le ragioni di questi dati, secondo Ronci, vanno individuate “in un problema di squilibri tra generazioni con conseguenze sociali e in un problema di sistema produttivo inadeguato”. Negli stessi quattro anni infatti l’Abruzzo ha accusato un calo nelle attività produttive pari all’1,83%, anche questo dato doppio rispetto alla media nazionale, che è di 0,68%.