Slow food, prima esperienza “fusion” della condotta Peligna

SULMONA – Il prossimo 26 ottobre 2019 nella storica cornice del Castello Cantelmo di Pettorano sul Gizio, a partire dalle ore 17 in assemblea pubblica, si costituirà la “Comunità Slow Food dei Mugnoli di Pettorano”, una particolare varietà di navone (Brassica napus), specie originatasi, probabilmente, per ibridizzazione tra il cavolo (Brassica oleracea) e la rapa (Brassica rapa). Infatti, i mugnoli di Pettorano presentano caratteristiche intermedie tra le due specie parentali. 

La coltivazione dei Mugnoli, legata alla transumanza ed alla pastorizia, è radicata nella tradizione, come dimostrato dalla presenza di questa verdura invernale nella gastronomia locale. Le famiglie di ortolani hanno tramandato, di generazione in generazione, i saperi e le tecniche di coltivazione di questa verdura straordinaria, dal gusto delicato e unico, ricercatissima in cucina. Un tempo, gli ortolani di Pettorano, d’inverno, quando l’avara montagna abruzzese non disponeva di nessuna verdura fresca, trasportavano sul dorso degli animali o sui piccoli carretti il loro prezioso prodotto nei paesi limitrofi. Spesso per raccogliere i mugnoli, gli ortolani erano costretti a spalare la neve alta che ricopriva le preziose piante, quasi un tesoro vegetale nascosto sotto la candida coltre.

Il progetto è stato promosso dalla Condotta Peligna di Slow Food e dalla Soc. Coop. Vallelunanell’ambito delle iniziative di valorizzazione, difesa e sostegno della biodiversità, dei saperi antichi, delle comunità e delle culture che ancora esistono nei nostri paesi montani ed è stato favorevolmente recepito dall’Amministrazione comunale di Pettorano sul Gizio, Ente gestore della Riserva Naturale Regionale.

Alla costituzione della Comunità dei Mugnoli di Pettorano contribuiranno innanzitutto i produttori degli orti del Fiume Gizio insieme ai produttori di Vallelarga, cui si aggiungeranno i ristoratori locali che utilizzano questo prodotto unico, come pure altri portatori di interesse locali che, pur non strettamente legati alla produzione agricola, saranno coinvolti direttamente in un progetto di rete unito ad iniziative di animazione turistica, valorizzazione delle tradizioni locali e recupero del patrimonio materiale.

Attraverso la collaborazione con la Soc. Coop. Valleluna, che gestisce i Servizi della Riserva Naturale Monte Genzana Alto Gizio, saranno sostenute azioni di educazione e promozione a tutela della piccola agricoltura in assoluta armonia con l’ambiente anche con il fine di preservare la biodiversità e le risorse naturali. 

Questo progetto vuole altresì sostenere il ruolo essenziale degli agricoltori “di prossimità” nel sistema agroalimentare e dare avvio ad altrettante iniziative tese al cambiamento dei comportamenti individuali e collettivi, anche al fine di ridurre le cause di inquinamento e promuovere buone pratiche e comportamenti virtuosi. 

Attraverso il recupero della coltivazione, si vuole cosi avviare un progetto di sviluppo sostenibile e di ampio respiro, grazie anche alla presenza della Riserva Naturale e delle emergenze artistiche ed architettoniche di uno dei “Borghi più belli d’Italia”, in grado di arrestare lo spopolamento della montagna e la perdita delle conoscenze, della cultura materiale e rurale.

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