Il Festival del Creato giunge alla sua quarta edizione. La famiglia francescana d’Abruzzo organizza per il quarto anno consecutivo il “Festival del Creato” che si terrà dal 20 al 22 settembre 2019 presso la città di Chieti. Tema scelto per questa nuova edizione è il tema del “Dialogo”. Quest’anno ricorre l’ottavo centenario dell’incontro tra Francesco d’Assisi e il sultano Malik al Kamil, avvenuto a Damietta, in Egitto nel 1219, primo esempio di dialogo interreligioso e interculturale (F.F. 2236-2237). Il dialogo serve per vivere, la cultura del dialogo per crescere, in nome della fratellanza “che abbraccia tutti gli uomini, li unisce e li rende uguali.” Il dialogo, la comprensione, la diffusione della cultura della tolleranza, dell’accettazione dell’altro e della convivenza tra gli esseri umani contribuirebbero notevolmente a ridurre molti problemi economici, sociali, politici e ambientali che assediano grande parte del genere umano. Il dialogo tra i credenti ha un quid pluris poi, significa incontrarsi nell’enorme spazio dei valori spirituali, umani e sociali comuni, e investire ciò nella diffusione delle più alte virtù morali, sollecitate dalle religioni; significa anche evitare le inutili discussioni! “Il dialogo sincero tra uomini e donne di religioni diverse porti frutti di pace e di giustizia”. E’ quanto auspica il Santo Papa Francesco il quale continua dicendo: “solo attraverso il dialogo potremo eliminare l’intolleranza e la discriminazione”. L’intento del Festival è di diffondere i “valori della pace, della giustizia, del bene, della bellezza, della fratellanza umana e della convivenza comune, per confermare l’importanza di tali valori come àncora di salvezza per tutti e cercare di diffonderli ovunque”, come ci suggerisce ancora Papa Francesco. Il festival vuole essere una testimonianza della grandezza della fede in Dio che unisce i cuori divisi ed eleva l’animo umano. Un obiettivo perseguito con la precedente edizione “La via della bellezza”, la quale era intrisa già profondamente di dialogo. Il dialogo nasce da un atteggiamento di rispetto verso un’altra persona, dalla convinzione che l’altro abbia qualcosa di buono da dire; presuppone fare spazio nel nostro cuore, al suo punto di vista, alla sua opinione e alle sue proposte. Dialogare significa un’accoglienza cordiale e non una condanna preventiva. Per dialogare bisogna sapere abbassare le difese, aprire le porte di casa e offrire calore umano. La sfida della realtà e che vuole essere anche in parte la sfida del festival, è insegnare la capacità di dialogare, di andare oltre quell’individualismo di cui è permeata la nostra società. È un’insidia questa dell’individualismo che minaccia tutti gli aspetti della vita, perfino la più alta e innata prerogativa dell’uomo, ossia l’apertura al trascendente e la religiosità. La vera religiosità consiste nell’amare Dio con tutto il cuore e il prossimo come sé stessi. La condotta religiosa ha dunque bisogno di essere continuamente purificata dalla ricorrente tentazione di giudicare gli altri nemici e avversari. Ciascuno è chiamato a superare il divario tra amici e nemici, per assumere la prospettiva del Cielo, che abbraccia gli uomini senza privilegi e discriminazioni. Esempio emblematico del superamento di questo divario è proprio l’episodio dell’incontro di San Francesco d’Assisi e il Sultano di Egitto Malik al Kamil, nel 1219, uno dei più straordinari gesti di pace nella storia del dialogo tra Islam e Cristianesimo. Tale emblematico colloquio, avvenuto a Damietta, a pochi chilometri di distanza dal Cairo, è ancora oggi così significativo e attuale per le sue conseguenze nel dialogo interreligioso e per la pace mondiale, tanto da rimanere, pur a distanza di molti secoli, l’avvenimento esclusivo che indica la rotta da cui partire nella ricerca di intesa e armonia tra Oriente e Occidente. Francesco di Assisi è stato l’uomo del dialogo ed è l’immagine viva di chi è alla ricerca di una fraternità universale, allargata, ove le differenze – costituite dalla fede e dalla cultura di ciascuno, come anche dalla lingua, dalle tradizioni, dalla vita sociale e politica dei popoli – finalmente sono accolte come risorsa e ricchezza per la propria identità. Il Poverello di Assisi si è orientato sempre verso l’Altro: Dio, i fratelli, i poveri, i lebbrosi, i nemici, gli animali, il creato. Francesco intuisce che il dialogo è lo spazio della missione per confrontarsi con chi non conosce il Vangelo e non ha sentito parlare di Gesù Cristo. Questo spazio della missione non si regge sul rigido principio della verità, bensì su quello benevolo della carità. Non c’è alternativa: o costruiremo insieme l’avvenire o non ci sarà futuro. Le religioni, in particolare, non possono rinunciare al compito urgente di costruire ponti fra i popoli e le culture. È giunto il tempo in cui le religioni si spendano più attivamente, con coraggio e audacia, senza infingimenti, per aiutare la famiglia umana a maturare la capacità di riconciliazione, la visione di speranza e gli itinerari concreti di pace. Il Festival vuole essere un umile strumento attraverso il quale diffondere l’idea che il cristiano è chiamato ad essere testimone di Cristo, ad imitare il Signore nel suo annuncio del Regno, nella sua preoccupazione e compassione per ciascuno e nel suo rispetto per la libertà della persona. Vi è necessità di riscoprire lo stretto legame fra annuncio e dialogo quali elementi della missione evangelizzatrice della Chiesa. E questa riscoperta avverrà attraverso varie declinazioni che il festival darà al tema del dialogo: si parlerà di dialogo interreligioso, del dialogo tra credenti e non credenti, del dialogo tra giovani ed anziani, i quali hanno il compito di prendere in spalla i sogni delle vecchie generazioni e portarli avanti. Particolare attenzione verrà posta al tema del dialogo nella sua attualità attraverso flessioni dell’argomento verso problematiche recenti quali immigrazione ed accoglienza. Si parlerà di emotività del dialogo e ci sarà anche un excursus storico circa le conseguenze che produsse quel primordiale incontro tra San Francesco d’Assisi ed il Sultano d’Egitto. Si affronterà il tema dell’incapacità del dialogo nelle famiglie e nelle principali istituzioni, dell’influenza delle nuove tecnologie nella società attuale, certi che è il dialogo la tecnologia che serve davvero!!!! Ci sarà uno spazio dedicato all’arte e alla pittura quali strumenti di dialogo e linguaggi universali tra gli uomini, e spazi dedicati allo sport. Ci occuperemo di psicoterapia, e vi saranno momenti di animazione, spettacoli, show cooking, concerti ed intermezzi filosofico-letterali. Il festival del Creato sarà tutto questo e tanto di più! “L’amore non può esistere come monologo. E’ un dialogo, un dialogo pieno di armonia.” Pace e bene.