SULMONA – Una risoluzione per concedere una deroga definitiva alla chiusura del punto nascita. Il provvedimento, che verrà discusso domani nella V^ Commissione del Consiglio Regionale, è stato presentato dalla consigliera regionale Marianna Scoccia, punta a mettere nero su bianco la volontà della Giunta e quindi il destino del Punto nascita.
“La deroga rimane, ad oggi, l’unica strada davvero percorribile per garantire nell’immediato una stabilizzazione del reparto in attesa di un’eventuale rivisitazione dei parametri stabiliti prima nell’Accordo Stato-Regioni 16.12.2010 e poi sanciti con il D.M.70/2015 – spiega – Purtroppo, nonostante gli interventi che l’Assessore ha intenzione di inserire in un cronoprogramma per rendere attrattivo il P.N. di Sulmona, il traguardo dei 500 parti potrebbe restare solo utopia per un bacino, quello afferente al P.O. di Sulmona, numericamente debole e che storicamente non ha mai espresso numeri sufficienti per superare i parametri stabiliti. Lo strumento della deroga per punti nascita con volumi inferiori a 500 parti per determinate condizioni è espressamente previsto con Decreto Ministeriale dell’11.11.2015, inoltre stando al Piano Nazionale Esiti 2018 (P.N.E.) sono ancora 90 i punti nascita con volumi inferiori a 500 parti ancora attivi sul territorio nazionale, questo a dimostrare quindi come non solo lo strumento della deroga sia consentito e permesso ma soprattutto a dimostrare come questo strumento sia utilizzato da molti Governi. Il Punto nascita di Sulmona è incluso tra i 90 punti nascita in deroga sul territorio nazionale, deroga concessa per determinate condizioni e criticità come la mancanza dell’elitrasporto H24 e la completa attivazione della rete STEN e STAM, considerato che tali criticità ad oggi non sono ancora del tutto sanate si impone alla politica una seria riflessione che porti al Tavolo di Monitoraggio una richiesta per riconfermare la deroga. Oltre alle sopracitate criticità va riproposta all’attenzione del Tavolo di Monitoraggio, con forza, quella del disagio orografico, di fatti trattato superficialmente dal C.P.N.n. che considera il bacino afferente al PN di Sulmona distante meno di 60 minuti dal punto nascita più vicino. Tuttavia basta una piccola ricerca per constatare come ad esempio paesi dell’Alto Sangro, in condizioni ottimali, impieghino non meno di 90 minuti per raggiungere il punto nascita di Chieti, inoltre se si considera l’altitudine ben oltre gli 800 metri sul livello del mare di molti paesi appare chiaro che nei mesi invernali questi tempi siano notevolmente dilatati. Non è tollerabile far proseguire l’attività ad un reparto con una perenne spada di Damocle che pende sul suo destino e che ne inficia pesantemente l’attrattività, come, altresì, non è tollerabile privare un intero territorio della possibilità di nascere in sicurezza, di qui la necessità di una deroga che stabilizzi, nero su bianco, il futuro del PN di Sulmona. Solo dopo aver ottenuto la deroga avremo il tempo e la serenità per potenziare sia il reparto di Ostetricia e Ginecologia che il punto nascite tanto da renderlo attrattivo e così avvicinarlo, quantomeno, alla soglia dei 500 parti. Una volta ottenuta la deroga contestualmente al potenziamento bisognerà lavorare, per tramite dei parlamentari che la Regione Abruzzo esprime, molti dei quali legati a doppio filo con i gruppi presenti sia al Governo che all’Opposizione, per rivedere i parametri espressi sia nell’Accordo Stato-Regioni sia nel DM70 che si sono dimostrati, almeno per un territorio come quello del Centro Abruzzo, inattuabili e dannosi, comportando una disparità per i cittadini nella fruizione dei servizi sanitari. Sono certa che l’Assessore Verì e tutte le forze politiche sposeranno questa battaglia di territorio e, votando positivamente la risoluzione, il Governo Regionale affronterà questa annosa criticità scortato da un’indiscussa volontà unanime”.