SULMONA – La notifica del verbale della conferenza Stato-Regioni di marzo e aprile scorsi in cui il Governo ribadiva la necessità di chiudere il punto nascita riaccende la battaglia in difesa del reparto sulmonese. E nello stesso tempo, continua a generare confusione, sulla attualità funzionalità della maternità sulmonese.
“Esprimiamo di nuovo una netta contrarietà alla chiusura del punto nascita dell’Ospedale di Sulmona – fa notare la Cgil – Il Punto Nascita di Sulmona deve rappresentare un’opportunità di rilancio dei servizi sanitari nelle aeree più svantaggiate della Regione Abruzzo. La politica, invece di intervenire sulle motivazioni che hanno generato nel tempo una contrazione del numero di parti, si preoccupa di affrontare il tema esclusivamente per perenni propagande elettorali di basso spessore senza che vengano trovate definitive soluzioni in merito. Continuano, infatti, ad essere taciute le necessità che sono alla base del mantenimento del Punto Nascita di Sulmona ovvero le condizioni orografiche del territorio, il disagio in cui versa un’intera popolazione e, nel caso in cui dovesse configurare la chiusura, un inesorabile e costante spopolamento delle aree interne. A ciò si aggiungano le disastrose condizioni socio economiche in cui versa l’intero territorio del Centro Abruzzo che si troverebbe nuovamente costretto ad una mobilità forzata verso altri territori difficilmente raggiungibili per vedersi garantire un diritto costituzionale”.