SULMONA – Azzeramento della giunta e apertura a tutte le forze del consiglio comunale, che dovrebbe portare ad un esecutivo tecnico con il Pd in maggioranza.
Nel duro e serrato confronto pubblico di stamattina, convocato dal sindaco con tutti i consiglieri e aperto alla cittadinanza, non sono mancate tensioni e malumori.
La presidente del consiglio Catia Di Marzio ha abbandonato l’aula, dopo la severa posizione di Annamaria Casini, che si è rivolta soprattutto al consigliere Fabio Pingue, invitandolo a dimettersi e anzi ricordandogli che avrebbe dovuto farlo dal 5 febbraio, giorno del ritiro dell’appoggio dell’appoggio e delle dimissioni dell’ex assessore Antonio Angelone.
Come era nelle premesse arriva una mano tesa dai banchi del Pd per costruire una giunta tecnica.
Il più possibilista è Antonio Di Rienzo, che invoca il senso di responsabilità di tutti per evitare un ennesimo commissariamento, ricordando il fallimento dell’attuale progetto civico, così come aveva fatto il suo collega Fabio Ranalli, e così come ha ammesso anche il consigliere Luigi Santilli, che ha però difeso l’operato dell’amministrazione, sostenuto anche dal giovane consigliere di maggioranza Franco Di Rocco.
Sollecitano dimissioni subito gli ex consiglieri di maggioranza Fabio Pingue e Mauro Tirabassi, che però non staccano la spina e non firmano la richiesta.
Tocca al sindaco chiudere l’incontro, così come aveva dovuto aprirlo, con tono fermo ma anche sfiduciato.
“Le forze devono unirsi per il bene della città altrimenti firmino subito per evitare il commissariamento lungo – ha detto Casini – Io sono stanca e svilita da questa Instabilità ingiustificata, non si è mai parlato di contenuto ma solo attacchi pseudo politici. Chiedo di indicare una strada perché il sindaco non può farlo da sola. Raccolgo la disponibilità di alcuni consiglieri e partirò da li”.
Ora si dovranno occupare le prossime 48 ore a vedere di realizzare questa giunta tecnica, per evitare che l’amministrazione cada dopo il 24 febbraio e che si consegni la città ad un commissariamento lungo un anno e mezzo, almeno fino a primavera 2020. Per andare al voto subito, o meglio nei prossimi mesi, invece, la giunta dovrebbe cadere entro il 26 febbraio e anche le sole dimissioni del sindaco non basterebbero, dal momento che vanno aggiunti nel conteggio i 20 giorni di tempo per eventuali ripensamenti.