”Ti dovrebbero stuprare”, il manifesto delle polemiche: offese alla Nannarone che querela

SULMONA – Il caso del manifesto con la frase di Ovidio fatto scendere dallo studio legale dell’avvocato Teresa Nannarone apre la pagina più brutta della campagna elettorale di queste regionali.

I soliti “leoni da tastiera” hanno apostrofato su Facebook con frasi gravissime l’inizitiva della Nannarone. Anzi un commento, in particolare, arrivato da una donna, dice “ti dovrebbero stuprare”, corredato da insulti e offese. Difficile da commentare cosa possa accadere nella mente di una donna pronta a scrivere frasi così pesanti contro un’altra donna, che si è limitata a manifestare un pensiero, peraltro innocuo e di rilevanza storica. Il manifesto, infatti, sdrotolato in occasione del convegno di Salvini domenica, riportava una gigantografia della statua di Ovidio e una sua frase: “Empio è colui che non accoglie lo straniero”. La Nannarone sporgerà querela contro la donna non del posto.

“Uno striscione, un pensiero, un’idea, un’appartenenza umana, senza distinzione alcuna e senza offesa alcuna, crea una tale inqualificabile reazione. Questo siamo noi italiani? – si chiede l’avvocato ed ex assessore provinciale – Questo è il presente che vogliamo vivere ? il futuro che vogliamo costruire? No, non ci credo. E combatterò affinché ogni mattina, svegliandoci ,ci ricordiamo tutti che siamo umani, che siamo italiani, che siamo abruzzesi, che siamo persone perbene, contro la violenza, la volgarità, le offese, gli insulti.
Contro l’utilizzo di qualsiasi essere umano a qualsiasi fine sempre. Senza paura, restiamo umani”.

Fioccano, intanto, le manifestazioni di solidarietà all’indirizzo della Nannarone, dal sindaco di Pratola Antonella Di Nino (e non come scritto in precedenza di Sulmona, ndr), dalla senatrice Stefania Pezzopane ai vari candidati alle regionali.

 

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