Annunziata bis, taglio del nastro della moderna struttura antisismica e di design con 3 milioni di euro di nuovi macchinari

SULMONA – Pavimenti verde acido e vernici tessuto alle pareti per motivi igienici, luce e tanto spazio. Si presenta così prima di entrare in funzione l’ospedale nuovo sulmonese dell’Annunziata, riconsegnato oggi alla Asl.

La struttura costata 20 milioni di euro erogati da privati entrerà in funzione a febbraio. I Lavori per la realizzazione della nuova struttura si sono conclusi il 25 settembre scorso e sono durati appena 2 anni e mezzo. Ora l’apertura dell’ospedale, con l’attivazione di reparti e servizi, dipenderà dai tempi tecnici della burocrazia. La struttura è stata realizzata dal raggruppamento d’imprese Inso Spa (Firenze) ed Edilfrair (L’Aquila) mentre i soggetti che hanno finanziato l’opera sono stati Iccrea Bancaimpresa (capogruppo) e Sardaleasing. La carica di responsabile unico del procedimento, per conto della Asl, è stata assunta dal geometra Antonio Ioannucci mentre l’ingegner Donato Romano (Ets engineering  and technical services di Bergamo) è stato il direttore dei lavori.

L’IMMOBILE. La superficie complessiva del nuovo ospedale è circa 10.000 metri quadrati, disposti su un seminterrato e 3 piani. L’ospedale mantiene la dotazione di 160 posti letto, di cui 126 operativi proprio nel nuovo fabbricato. Le stanze di degenza sono composte per lo più da due posti letto e in alcuni casi solo da uno e dispongono di un apparecchio Tv e di altri accessori per rendere più confortevole la degenza.
I REPARTI. All’interno della nuova struttura la collocazione dei reparti sarà la seguente:
piano interrato: mensa ospedaliera e depositi. 
piano terra: farmacia ospedaliera, pronto soccorso e radiologia. 
primo piano: cardiologia, ortopedia e Utic 
secondo piano: chirurgia generale, neurologia, otorino/oculistica e urologia. Investiti circa 2 milioni e 800mila euro per macchinari di ultima generazione.

I MACCHINARI DI ULTIMA GENERAZIONE DA 3 MLN.  I fiori all’occhiello, che spiccano nella nuova dotazione strumentale, sono la Tac di ultima generazione a 64 strati, già montata (350mila euro), un telecomandato digitale di radiologia per il pronto soccorso (200mila, specifico per pazienti politraumatizzati), un moderno apparecchio di radiologia multifunzione di 140.000, un sistema di monitoraggio e altre attrezzature per l’Utic (300mila, compresi 8 letti), macchinari di vario tipo e 9 barelle per il pronto soccorso (450mila) e, infine, 120 nuovi letti, con sedie e poltrone, arredi e attrezzature per 10 reparti per 550.000 euro. A questo corposo pacchetto di strumentazioni e arredi sanitari va aggiunto uno degli ultimi prototipi in commercio della Risonanza magnetica nucleare per la quale è stata già avviata la procedura d’acquisto per un costo di 800.000.

SEDONDA FASE DA 10 MLN. Ulteriori 10 milioni  saranno stanziati per i seguenti interventi: riqualificazione dell’ala nuova (5milioni), demolizione della vecchia, sistemazione delle aree esterne (2milioni e mezzo), nuove centrali tecnologiche (2milioni)  ed elisuperficie per gli elicotteri del 118 (500mila euro).

“Il nuovo ospedale di Sulmona”, ha dichiarato l’assessore regionale alla sanità, Silvio Paolucci, “apre un nuovo orizzonte  in Abruzzo: con risorse private è stato realizzato un presidio ospedaliero completamente antisismico, in grado di accogliere le nuove tecnologie e valorizzare al meglio gli spazi, il che significa dare migliore qualità alle cure dei cittadini e disporre di strutture sanitarie che riducono i costi di gestione  e assicurano  maggiore efficienza e sicurezza. Il ‘modello’ Sulmona è la risposta più efficace alla penuria di risorse pubbliche e alla necessità di dotare la Regione di strutture all’avanguardia”. Comprensibile la soddisfazione del manager della Asl, Rinaldo Tordera: “Abbiamo centrato l’obiettivo di inizio mandato”, dice il direttore generale, “quello di mandare in pensione il vecchio presidio, insicuro e inadeguato, e darne uno moderno alla Valle peligna per rilanciare la sanità del territorio e dare nuova linfa al comprensorio, creando le condizioni per sviluppare professionalità e attrarre utenza da altre aree”.

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