SULMONA – La bocciatura nei confronti del punto nascita sulmonese dalla commissione ministeriale riarma la battaglia a difesa del presidio sulmonese. Da più parti arriva l’invito alla mobilitazione.
Come fa lo SPI-CGIL, Lega Sulmona Valle Peligna, che “ritiene indispensabile una forte risposta e mobilitazione unitaria di tutte le forze sociali, sindacali e istituzionali del territorio.
E’ noto e comprovato dai fatti che l’attrattività di un territorio dipende dalla quantità e qualità dei servizi presenti, in mancanza dei quali c’è l’emigrazione verso altri lidi, c’è lo spopolamento e l’invecchiamento della popolazione”, chiosa Enio Mastrangioli.
Gli fa eco la FP CGIL, che “si oppone a scelte che rischiano di mettere in ginocchio un intero territorio ed è sin da ora pronta alla mobilitazione e, se necessario, anche alla proclamazione dello sciopero.
Le Istituzioni e la Politica devono tornare a svolgere il loro ruolo a difesa del territorio, dei cittadini e degli operatori sanitari poiché hanno l’obbligo costituzionale di dover assicurare il diritto alla salute ad ogni cittadino senza dimenticare il contesto sociale, territoriale ed orografico in cui si vive”, aggiunge Anthony Pasqualone.
“Abbiamo fatto una battaglia senza precedenti per salvare il punto nascita di Sulmona – ricorda il consigliere regionale Andrea Gerosolimo- Mi sono preso, unitamente ai colleghi Olivieri, Monticelli e Pietrucci, che ringrazio ancora una volta, la responsabilità di spaccare la maggioranza in Consiglio Regionale e far si che sulle carte di identità potesse esserci ancora la scritta “nato a Sulmona”.
I fatti ci dicono che il nostro Punto Nascita è forse l’unico caso di deroga in Italia.
É una questione di orgoglio e dignità di un popolo con una storia importante alle spalle.
Una cosa deve essere chiara al Governo gialloverde: il punto nascita di Sulmona NON SI TOCCA. Dovrete passare su un intero territorio”.
“Ancora una volta, la miopia di burocrati che sanno solo guardare alle cifre mette a rischio il punto nascita di Sulmona, un servizio fondamentale per il nostro territorio”, è il commento di Giovanni Bartolomucci, responsabile di CasaPound Italia per la Valle Peligna, alla relazione della Comitato percorso nascite nazionale del ministero della salute che chiede la chiusura del punto nascite di Sulmona.
“Ancor più sconcertante – aggiunge l’onorevole Stefania Pezzopane – poi la superficialità con cui il ministero della Salute ha bocciato questa richiesta, dimostrata dallo sconcertante errore contenuto nella lettera di risposta a firma del ministero in cui la Regione Abruzzo viene scambiata con il Molise”.
“Dopo il Punto nascita toccherà al Tribunale – è il commento inesorabile di Massimo Carugno del PSI nazionale – i roboanti proclami lanciati, dai 5stelle, al paese intero (ed anche a questo territorio)vengono puntualmente smentiti.
Le forze politiche che hanno stravinto le elezioni stanno tradendo non solo alcuni punti programmatici del loro cartello elettorale ma soprattutto la loro filosofia etica che era quella di difendere i deboli, tra le popolazioni e tra i territori.
Ma la colpa non è loro. La colpa è di chi lo ha permesso e di chi non ha saputo contrastarne sul piano dei contenuti l’avanzata”.
“Incongruente con la realtà orografica e climatica della Valle Peligna il provvedimento licenziato per il punto nascita di Sulmona dal tavolo percorso punti nascita presso il Ministero della Salute – aggiunge il consigliere di minoranza Elisabetta Bianchi – È quantomai evidente che l’iter sulla richiesta di deroga per il Punto Nascita dell’Ospedale di Sulmona ha sofferto e soffre tuttora di mancanza di monitoraggio attento e consapevole da parte della politica e del Sindaco Casini (l’unica a non votare la delibera consigliare di proposta per Sulmona del presidio ospedaliero di primo livello) e delle istituzioni regionali e nazionali.
Ora spetta alla Senatrice Di Girolamo massima istituzione rendere conto del monitoraggio effettuato e del contributo proposto.
La battaglia entra nel vivo e chi ambirà alla candidatura di consigliere regionale dovrà dimostrare di conoscere le questioni che attanagliano da troppo tempo la Valle Peligna”.