Monumenti da tutelare, Angelucci propone ordinanza di divieto cibi e bevande

SULMONA – Un provvedimento che vieti il consumo di bevande e cibo sulle gradinate dei complessi monumentali cittadini. E’ quanto propone l’assessore Nicola Angelucci per preservare i monumenti cittadini dalla movida del weekend. “Per l’ennesima volta assistiamo ad atti di inciviltà che rischiano di danneggiare seriamente il patrimonio storico artistico della nostra città. E’ necessario tutelare i nostri edifici di pregio contro la superficialità di chi mangia e beve sulle gradinate dei complessi monumentali senza rispetto, abbandonando gomme da masticare e rifiuti di ogni genere, imbrattandole e sporcandole.  Si tratta di comportamenti che non sono più tollerabili. Servono scelte coraggiose e proporrò un’ordinanza affinchè vengano rispettati i nostri monumenti: si tratta di disposizioni urgenti e necessarie a garantire la tutela delle aree di pregio del nostro centro storico. Certamente il compito dell’amministrazione è quello di garantire maggiore attenzione e  vigilanza” continua l’assessore Nicola Angelucci “ma è altrettanto importante che anche il cittadino faccia la sua parte rispettando il bene comune.

E’ nostra intenzione fermare questa abitudine di abbandonare rifiuti e gomme da masticare, sporcando le gradinate, che necessitano poi di interventi costosi e specifici. Dopo la scalinata di palazzo dell’Annunziata, che nonostante ripetuti interventi di pulizia, dovrà essere sottoposta ad ulteriori operazioni specifiche e costose per riportare la pietra all’antico splendore, questa volta è toccato alla gradinata di Santa Chiara in piazza Garibaldi, fresca di restauro, pronta per la restituzione ufficiale alla città, ma infelicemente sporcata in maniera evidente” conclude l’assessore Nicola Angelucci, il quale annuncia  “La riapertura ufficiale potrà avvenire probabilmente la prossima settimana, dopo aver ottenuto la certificazione del Genio Civile ed effettuato il collaudo per riconsegnare i lavori e restituire alla città la scalinata dopo nove anni di attesa”.

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