SULMONA – L’ultimo Consiglio Comunale di Sulmona ha mostrato con evidenza davvero tragica i limiti enormi dei nostri rappresentanti, di maggioranza e di minoranza. Il livello del dibattito è stato basso come di consueto, arricchito questa volta anche da risse verbali e non.
Quello che preoccupa, al di là degli spettacolini di bassissima levatura, è che questa ennesima crisi si è chiusa senza che si formulasse un minimo di proposta operativa, un accenno di progetto di sviluppo, un’idea anche piccola piccola sul cosa fare nei prossimi anni.
La noiosa ripetizione di alcune problematiche (tribunale, metanodotto, ospedale etc.) che pur rappresentano la necessità di una forte azione difensiva, finiscono per essere l’alibi per nascondere l’assoluta incapacità di tutti di mettere in campo idee sulle quali confrontarsi.
La sindaca Casini di questi limiti ne è la concreta espressione ma gli altri non sono da meno: Pingue ha sciolto ogni dubbio e si è definitivamente confermato avanzo del buono, tenendo in vita un’amministrazione che in teoria avversa, ma nei fatti contribuisce a tenere in piedi; la Salvati con il suo show a luci “rosa”, le luci le ha proiettate maldestramente su se stessa, non era quella né sede né modo di denunciare un fatto spiacevole; l’intervento di Santilli poi, più inconsistente di uno scolaro che ha sbagliato classe. Etc.
Ma al di là dello spettacolo di quart’ordine, la domanda che conta resta una sola: cosa fare? Un tentativo per superare questa fase, a questo punto, non può che essere promosso da un gruppo di cittadini, di volenterosi, che in linea con lo spirito dello Statuto – articolo 19 – formuli una precisa proposta operativa da sottoporre al Consiglio comunale stesso. Proposta che, se accolta (con le eventuali integrazioni), dovrà costituire il filo conduttore di un’azione coordinata da svolgere fino alla fine del mandato di questa Amministrazione.
È prevedibile che ciò possa rappresentare una sorta di mortificazione politica per i nostri rappresentanti, ma un vecchio proverbio dice che “il medico pietoso fa la piaga verminosa”. E di verminazioni, a Palazzo san Francesco, se ne sono viste fiorire fin troppe. Basta.
Per evitare questo e soprattutto una perpetua crisi strisciante è necessario mettere tutti, soprattutto la Sindaca, sotto la tutela di una proposta politica forte che nasca dall’esterno. Tifiamo l’esterno con tutte le forze.
L’interesse della città lo impone, lo scongiura.