SULMONA – “L’Amministrazione Casini, nata sulla scorta di un messaggio di rinnovamento che ha sortito il solo effetto di affidare la Città ad una classe dirigente inadeguata ed incapace di gestire i tanti e complessi problemi, non è stata in grado di garantire la ordinaria amministrazione e la perenne condizione di precarietà ed improvvisazione aveva fatto sperare, al momento delle dimissioni del Sindaco, in un sussulto di dignità, immediatamente regredito e sacrificato sull’altare di miopi e sterili personalismi“.
Torna a farsi sentire l’associazione Con Sulmona, che dice la sua a quasi una settimana dal ritiro delle dimissioni del sindaco.
“Nella sua millenaria storia, la Città di Sulmona ha dovuto attendere l’avvento della Amministrazione Casini per assistere ad una rappresentazione comica e drammatica al tempo stesso – aggiungono – Comica per lo spettacolo messo in atto dai protagonisti, in primis il Sindaco che ha rassegnato le dimissioni per contrasti interni alla sua maggioranza e le ha ritirate, nella generale indifferenza dei sulmonesi, allo spirare del ventesimo giorno e con modalità che stridono rispetto alla regole elementari della prassi istituzionale, in una condizione in virtù della quale i contrasti, lungi dall’essere superati, risultano addirittura acuiti. Il monologo messo in scena in un’aula consiliare deserta e nel tangibile imbarazzo degli stessi consiglieri di maggioranza, dà il senso compiuto della maldestra mistificazione, in cui le regole dell’agire politico sono piegate alla ostinata esigenza del tirare a campare e, nella migliore delle ipotesi, per assecondare il cupo disegno di vanagloria del Sindaco e dei suoi collaboratori. La vicenda, però, assume toni inequivocabilmente drammatici se si pensa che la risibile pantomima delle dimissioni avviene nel momento in cui Sulmona vive una delle peggiori fasi della sua storia, poiché attraversata da una crisi paurosa in ogni comparto produttivo, aggredita da insediamenti che creano nocumento all’ambiente e alla salute dei cittadini e sottoposta a continue sollecitazioni che tendono a penalizzarla nei suoi servizi essenziali (con particolare riferimento all’Ospedale ridotto ad ospedale di base conseguendo il risultato di un costante saccheggio di risorse umane e strumentali)”.