SULMONA – Anche la Magneti Marelli di Sulmona ferma la produzione per la morte del manager Sergio Marchionne. Per dieci minuti, dalle 18.35 alle 18.45, si sono fermati sia gli impianti che gli operai che per un momento di silenzio e di raccoglimento.
Il manager è morto a Zurigo, nella clinica dove era ricoverato da fine giugno. Accanto a lui la compagna Manuela Battezzato e i figli Alessio e Tyler. Nato a Chieti 66 anni fa, figlio di un maresciallo dei Carbinieri. Studi in Canada (tre lauree in Filosofia, Economia, Giurisprudenza e master in Business Administration), domicilio in Svizzera, Marchionne, l’uomo dal maglioncino blu, ha vissuto gli ultimi anni tra Torino e Detroit, guidando la ‘rivoluzione’ che ha portato in Borsa Cnh Industrial e Ferrari. Un manager al centro anche delle relazioni politiche mondiali, da Obama a Trump, che in Italia ha respinto l’invito di Silvio Berlusconi a candidarsi con il centrodestra e ha avuto una lunga luna di miele con l’ex premier Matteo Renzi dal quale ha poi preso le distanze. A Torino Marchionne lo aveva portato Umberto Agnelli, che lo aveva conosciuto in Sgs e lo aveva voluto nel consiglio di amministrazione. Il primo giugno 2004, pochi giorni dopo la morte di Umberto, è l’uomo scelto per guidare la rinascita, con Luca di Montezemolo presidente e John Elkann vicepresidente.
Come cambierà lo scenario della Magneti Marelli? Uno stabilimento opera anche a Sulmona con circa 670 dipendenti. E’ una delle realtà che riesce a resistere e a sfidare la crisi. Per questo tutti in queste ore stanno pensando al suo futuro ma nessuno si è sbilanciato più di tanto. Sindacati con la bocca cucita, un po’ per rispetto della tragedia e perché le comunicazioni ufficiali arrivano dai canali nazionali. Ma il domani della Marelli è cosa importante per Sulmona. Da Bologna ieri si è appreso che lo scorporo da Fca potrebbe avvenire entro il 2018 e si cercherà di garantire continuità.