Carcere sotto organico, agenti consegnano dossier al sindaco

SULMONA – Meno 60 agenti penitenziari in otto anni. Questo il succo del report che ieri i sindacati di nove sigle hanno consegnato nelle mani del sindaco Annamaria Casini.

La carenza di organico resta uno dei principali problemi del supercarcere sulmonese, che ospita 456 detenuti di massima sicurezza, fra ergastolani e collaboratori di giustizia. Reclusi che fanno del carcere peligno un istituto di primo livello, destinato a diventare il più grosso d’Europa con la fine entro 18 mesi dei lavori del nuovo padiglione, che ne ospiterà ben 700. Gli agenti in servizio, invece, restano sotto organico da tempo, fermandosi a quota 250 sui 267 previsti in pianta organica, 310 secondo le stime sindacali.

“Anche se il “viaggio”sarà lungo siamo convinti che, lavorando tutti insieme, così come oggi si è fatto, non solo faremo bene per le esigenze del comparto penitenziario ma ci renderemo molto utili per l’intero territorio atteso che , nel suo complesso, il carcere resta comunque un indotto economico e demografico degno delle migliori aziende”, dicono i sindacati.

All’incontro hanno partecipato,oltre al sindaco, tutte e 9 le sigle rappresentative del comparto penitenziario i cui rappresentanti Enzo Guglielmi(Sappe), Matteo Balassone, Giuseppe Mazzagatta ed Antony Pasqualone (Cgil) Mauro Nardella (Uil), Francesco Tedeschi (Cisl), Cosmo De Luca (Cnpp),Antonio D’Eliseo (Uspp), Facciuti Vincenzo (Sinappe), Oreste Leombruni (Osapp), Antonio Carita’(Cosp).

“Sono stata lieta di aver approfondito con i sindacalisti le potenzialità dell’Istituto di pena e le  preoccupazioni relative soprattutto alla carenza di personale, in considerazione della costruzione in corso del nuovo padiglione – aggiunge il sindaco – Ad oggi la Casa di Reclusione conta circa 250 dipendenti e si pone tra le realtà occupazionali più importati nella nostra città, dando da vivere a molte famiglie della Valle Peligna. L’ampliamento della struttura con ulteriori 200 unità di detenuti porterà a circa 600 la popolazione dei reclusi. Perché il servizio sia realmente gestibile occorre potenziare proporzionalmente il personale, creando dunque nuovi posti di lavoro, adeguando la dotazione organica. Non possiamo d’altronde rischiare che la carenza di personale si trasformi in pregiudizio sul versante della sicurezza e della efficacia dei servizi a danno degli agenti penitenziari e dell’intero istituto. Inoltre, la tenuta di un istituto del genere,  che sarebbe unico in Italia per caratteristiche  di popolazione carceraria, necessita di una infrastrutturazione esterna in termini di controllo del territorio che non può prescindere dalla salvaguardia e potenziamento di altri presidi. Penso al tribunale con annessa Procura, alla Polizia Stradale (a rischio soppressione), al rafforzamento della presenza delle altre forze dell’ordine, all’ istituzione del tribunale di sorveglianza.
E’un sistema complesso che va garantito in modo integrato. Una sfida importante per tutto il territorio”.
“E’ stato un incontro proficuo e ringrazio le organizzazione sindacali” aggiunge il consigliere comunale Luigi Santilli “Sono state affrontate le criticità focalizzando l’attenzione sulla carenza di personale. E’ stata questa un’occasione per fare il punto in materia di sicurezza a 360 gradi parlando di un progetto condiviso”.
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