Diocesi e Terra Viva assieme contro la disoccupazione giovanile

SULMONA – Via alla collaborazione tra Diocesi e Consorzio Terra viva per sconfiggere la disoccupazione giovanile e favorire nuova occupazione nel campo agropastorale.

Sabato 11 Maggio alle ore 16.00 presso il Salone dei Vescovi, viale Roosevelt 7 Vescovado di Sulmona, si firmerà il “Patto di Collaborazione” tra la Diocesi di Sulmona-Valva, rappresentata dal suo Vescovo Michele Fusco, e il Consorzio Terra Viva, rappresentato da Nunzio Marcelli in qualità di Presidente.

La Diocesi di Sulmona-Valva, su iniziativa del Progetto Policoro, un progetto nazionale promosso dalla CEI che si fonda su tre parole: Giovani, Vangelo e Lavoro, nell’ambito del processo di costruzione di una rete diocesana composta da piccole-medie imprese, attività artigianali e liberi professionisti intende avviare una collaborazione sperimentale con il Consorzio Terra Viva.

La volontà di collaborare nasce dall’esigenza della Chiesa di andare incontro al problema della disoccupazione, in particolar modo a quella giovanile, per questo è necessario unire le forze e supportare i diversi attori locali con la speranza di determinare una crescita economica, culturale e sociale significativa che possa garantire anche l’inserimento di nuovi lavoratori.

Terra Viva, che opera nel settore agro-alimentare, riunisce una sessantina di produttori della zona (40 circa quelli attivi), molti che rientrano nel territorio diocesano, altri collocati anche al di fuori, che puntano su un’agricoltura di qualità e stagionale senza forzare i tempi della natura.

Il Progetto Policoro che nasce per dare supporto all’avvio di impresa a ragazzi di età compresa tra i 18 e i 35 anni è presente in Diocesi da poco più di dieci anni e una delle situazioni riscontrate in questo arco di tempo è quella di una scarsa vocazione ed educazione imprenditoriale della comunità!

Anche per ovviare a questa problematica si vuole intraprendere questo percorso che può condurre non solo alla realizzazione di eventi, laboratori e tutta una serie di attività accessorie, ma anche all’acquisizione e alla trasmissione di un’esperienza e di un saper fare (know how) che solo chi svolge un’attività può avere.

Con questo patto la Diocesi torna a dare un supporto concreto ad un settore spesso poco sostenuto e valorizzato.

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