Pd, i dimissionari contro i dimasciani in una lotta tutta interna ai Dem

SULMONA – Continua lo scontro aperto nel Pd dopo il commissariamento del circolo sulmonese con i componenti dimissionari del direttivo che prendono le distanze dalla corrente guidata da Bruno Di Masci e sono a disposizione delle forze di centro sinistra “per un dialogo costruttivo e aperto, finalizzato all’interesse  esclusivo della città, per la costruzione di un laboratorio di idee per la crescita e la salvaguardia del territorio, stanchi di personalismi  in alcuni casi ereditari, obsoleti e soprattutto privi di contenuti per la comunità”. Teodoro Marini, Carlo Piccone, Antonella Fiordi, Pamela della Sabina e Eva d’Alberto non risparmiano critiche. “La nostra presa di posizione, con le dimissioni, è stato un atto politico” spiegano “nella conferenza stampa di ieri non si è accennato che il Sindaco di Sulmona, il 4 febbraio 2019, si schierò apertamente a favore del Candidato di centro destra  Senatore Marsilio, mettendo di fatto in crisi la sua maggioranza”.
I dimissionari tengono a precisare che nell’assemblea del  venerdì, precedente l’ingresso in giunta dei consiglieri del Pd , “si parlò di giunta di salute pubblica” incalzano “aperta a tutte le forze del consiglio comunale e che non vedesse la sola presenza del PD tra le allora diverse componenti politiche della minoranza, con un cronoprogramma stabilito e pubblico e con assessori super parte di carattere tecnico e non riconducibili a forze  politiche. Figuriamoci” concludono “se potevamo ascoltare un discorso politico, una conferenza stampa incentrata sulle offese del consiglieri Di Masci nei confronti dei segretari Provinciali e Regionali, romanzando su storie che di fatto non hanno nulla di fondato e non interessano la problematica locale ma utili per buttare il tutto in caciara e gettare fango su persone colpevoli sicuramente di lesa maestà. Per ultimo, ma non meno importante, il linguaggio e i toni tenuti che assolutamente non si addicono alla nostra cultura e al modo di intendere la politica e la comunicazione. Noi ci siamo, noi del Pd” concludono “ci siamo e lotteremo all’interno del partito che è la nostra casa, che abbiamo costruito, che molti di noi hanno fondato e crediamo fermamente che una comunità in cui le regole che ci si è dati non vengono rispettate è destinata a disgregarsi”.

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