Castel di Sangro, Premio Diana bioarchitettura: 3 laureati presentano studi con ricadute su territorio

CASTEL DI SANGRO – Tre giovani laureati del Dipartimento di Architettura della D’Annunzio presentano interessanti studi con possibili ricadute sul territorio

Il progetto di un Auditorium da 500 posti per il Conservatorio di Musica di Pescara, all’interno del Distretto Musicale progettato all’interno dell’area dell’ex scuola Saffi, è stato il tema della tesi di laurea dell’architetta Noemi Mancinelli, vincitrice del primo Premio di bioarchitettura “Fernando Diana”, assegnato il 16 novembre a Castel di Sangro, nella suggestive cornice del relais Casadonna di Niko Romito.

Partner scientifico del Premio è il Dipartimento di Architettura di Pescara, presieduto dal prof. Paolo Fusero, con cui la LA.D.DY., storica azienda di Castel di Sangro, ha stipulato un protocollo d’intesa con l’obiettivo di far crescere la manifestazione e farla diventare in breve tempo un punto di riferimento nel settore della bioedilizia.

La giuria, presieduta da Assunta Pasquini, imprenditrice e ideatrice del Premio insieme alla socia Alessia Lavinio, che ne hanno fatto parte insieme al professor Michele Lepore del Dipartimento di Architettura di Pescara, ha apprezzato in particolare “l’originalità dell’approccio, il rigore scientifico, la correttezza metodologica nonché la dimostrata capacità di controllo sui sistemi complessi”. Il progetto è stato particolarmente apprezzato “per le potenzialità di concreta utilizzabilità dello studio in fase di realizzazione”.

Il lavoro della giuria non è stato facile. Tra le tesi pervenute, tutte di grande qualità, oltre al progetto vincitore altri due sono stati meritevoli di encomio. Sono stati premiati infatti anche i giovani architetti Chiara Di Maria, seconda classificata, che ha presentato il progetto di riconversione di una casa colonica in disuso lungo il percorso del tratturo magno in un “ciclo-hotel”, e Alessio Damiano, terzo classificato, per il suo studio sull’edilizia pubblica del quartiere San Donato di Pescara.

Ai tre architetti è stato a assegnato un premio in denaro.

La premiazione è stata preceduta da un breve intervento di Assunta Pasquini, una delle due titolari della LA.D.DY., azienda specializzata nella commercializzazione di prodotti per l’edilizia, che ha ricordato la figura del suo fondatore Fernando Diana, scomparso improvvisamente il 16 novembre di due anni fa. Con questa iniziativa le due bioimprenditrici, che ne continuano l’attività, hanno inteso perpetuare la memoria del fondatore, intitolandogli un premio che ha lo scopo dichiarato di valorizzare giovani e promettenti architetti orientati all’edilizia sostenibile, intesa come insieme di pratiche adottate per la progettazione, la realizzazione di strutture che privilegino l’utilizzo di tecnologie e materiali ecosostenibili.

La cerimonia è stata preceduta da una tavola rotonda che ha visto la partecipazione delle docenti del Dipartimento di Architettura Ottavia Aristone e Donatella Radogna, le quali hanno introdotto il tema della bio sostenibilità in Architettura e della qualificazione energetico ambientale degli edifici pubblici e privati. “L’attuale progettazione – ha dichiarato la prof.ssa Aristone – non può prescindere dall’utilizzo sistematico di tecniche e soluzioni di limitazione del consumo energetico e del conseguente inquinamento. E’ necessario lavorare sul recupero edilizio piuttosto che sul consumo di suolo, e contestualmente puntare sull’utilizzo di materiali sostenibili e naturali, in una visione d’insieme del territorio che guardi ad un futuro più sostenibile per le future generazioni”.

“I progetti presentati erano molto validi – afferma la prof.ssa Donatella Radogna, docente di Tecnologia dell’architettura -. Nel concorso abbiamo vagliato tesi di tutti gli ambiti, dalla tecnologia, all’urbanistica, alla composizione, tutte incentrate sullo sviluppo sostenibile che nel nostro dipartimento è un tema di punta. La tesi vincitrice approfondisce tutti gli aspetti legati alla sostenibilità che non riguarda solo le questioni ambientali ma anche quelle sociali ed economiche. Una tesi, che dimostra bene quale deve essere la relazione tra gli obiettivi di tutela ambientale, accoglienza sociale e sviluppo economico, innovativa che abbiamo particolarmente apprezzato”.

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