Un’Altra Bugnara, incontro su Don Ciccio De Pamphilis: proposte intitolazione piazza e biografia ufficiale

BUGNARA – Si è tenuto ieri sera, come annunciato (clicca), l’incontro organizzato dall’Associazione “Un’Altra Bugnara” (clicca) non solo per ricordare nuovamente la figura storica di Don Francesco De Pamphilis, per tutti “Don Ciccio”, ma anche per raccogliere nuove testimonianze.

Nell’Auditorium del Centro polivalente, gli organizzatori hanno accolto un pubblico numeroso, composto da persone che per un motivo o per un altro hanno conosciuto personalmente il sacerdote, o in grado di fornire comunque traccia della sua opera.

Dopo l’introduzione di Lorenzo Giorgi e sotto la moderazione di Matteo Servilio, ha aperto l’incontro per gli ospiti il professor Mario Setta (foto 3), parlando della figura storica di Don Ciccio, ricordandone l’uomo, il percorso di studi, la figura religiosa e civile inserita nel contesto socioculturale della Bugnara della seconda guerra mondiale. Contesto, meglio, che egli stesso ha contribuito a formare. Parte dei “Diari” del sacerdote, in cui sono tracciate le cronache vissute dell’occupazione tedesca, Setta le aveva inserite nel testo “Il Sentiero della Libertà, un libro della memoria con Carlo Azeglio Ciampi” (Laterza 2003).

Si sono poi succeduti diversi interventi: Romeo Colangelo, Francesco Giorgi, Mario Di Piero, Pasquale Ventresca, Maria Ventresca, Maria Tiriticco, Don Fabio Oliviero D’Alfonso (attuale parroco), Maria Leone (la perpetua di Don Ciccio, nelle foto di platea in prima fila centrale), Giovanni Ruscitti (giornalista, già funzionario regionale), Antonio De Panfilis (giornalista e pronipote di Don Ciccio).

Tra questi, Romeo Colangelo (foto 4) ha ricordato l’esperienza personale, formativa con Don Ciccio. Ricollegando poi alcuni episodi di vita vissuta, vita di guerra, come quando i tedeschi sospettavano che Don Ciccio nascondesse dei moschetti in chiesa e fu salvato dalla fucilazione certa dall’intervento di un parrocchiano, che li sottrasse poco prima dell’ispezione. Ma soprattutto portando con sé Colangelo fotocopie dei Diari autografi originali, vergati a mano dal sacerdote, che rappresentano il corpus concreto del suo impegno per il paese: vanno circa dal 1931 al 1945.

Mario Di Piero (foto 5) ha posto attenzione all’intento pedagogico di Don Ciccio, all’educazione che ai ragazzi un tempo veniva data in un certo modo, dove non mancava la fermezza ma neanche la dolcezza dello sguardo, per indirizzare il percorso di ognuno attraverso la strada della propria soggettività.

Francesco Giorgi (foto 6) ha parlato di fatti individuati attraverso una personale ricerca storica su Don Ciccio, che vanno dall’insediamento, “dopo un predecessore sciagurato”, sottolineando poi via via il graduale cambiamento del paese dopo il suo lavoro. Giorgi ha posto particolare enfasi sulla “riorganizzazione scolastica”, che lo vide impegnato quasi a tempo pieno. Ha persino narrato del suo ruolo di “tutore dell’ordine”, di “mediatore” nei momenti più tribolati di Bugnara, fino a particolari vicende di cronaca quali l’omicidio per futili motivi di un bandista di Introdacqua.

Giovanni Ruscitti (foto 7) ha lodato l’opera dell’Associazione, per l’idea dell’incontro, per il valore del gesto che ha voluto significare il tener viva la figura del sacerdote, ma anche il dar speranza alla raccolta di nuove informazioni. Ruscitti è direttore del “corrierepeligno.it”, ed è sempre stato molto sensibile attraverso la sua testata nel dar evidenza alle tradizioni locali, al non perderne così le tracce importanti.

Antonio De Panfilis (foto 8) ha ricordato la figura del parente illustre attraverso porzioni di testimonianze raccolte in famiglia, riassemblando così le peculiarità del latinista, la capacità oratoria dell’uomo di profonda cultura, dallo spessore raro che non proveniva solo dalla frequentazione della facoltà di Lettere e Filosofia (già eccezionale per gli anni ’20), ma dalla sensibilità e profondità d’animo. Ricordate anche due descrizioni del sacerdote nel testo dello scrittore di Torre dei Nolfi Sebastiano Ventresca: “Zizzerlino il Cococciaro” (Editrice del Buccio – 1976). Un testo di narrativa diffuso nelle scuole medie sulmonesi negli anni ’80.

Maria Ventresca (foto 9), di Torre dei Nolfi, ha preso spunto anche da quest’ultima “coincidenza”, per sottolineare l’importanza della raccolta delle testimonianze, degli anziani, per la salvaguardia di una cultura orale che rischia di affievolirsi, sparire nei passaggi generazionali se non supportata da una forma scritta adeguata, attraverso l’impegno di una catalogazione sistematica.

Presenti per l’Associazione anche: Marco Vitucci, Mario Servilio, Alberto Ritieni, Michele Colangelo, Gianluca Di Piero e Mimmo Di Ianni. Infine dalla stessa è stata annunciata l’intenzione di intitolare una piazza di Bugnara a Don Ciccio, e raccolta la proposta di De Panfilis di procedere ad una biografia ufficiale, partendo dalla raccolta di tutti i Diari.

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