SULMONA – La crisi della maggioranza di palazzo San Francesco è dovuta alle velleità elettorali di “un self made man, che non conosce nemmeno i basilari principi di confronto democratico coi suoi principali sostenitori. È una critica durissima quella che arriva al giovane consigliere Fabio Pingue da Massimo Carugno, che dalla segreteria nazionale del Psi, è stato uno dei primi sostenitori della lista “Avanti Sulmona”, di ispirazione socialista e su cui Pingue junior ha proseguito la tradizione di famiglia.
“Questa crisi non nasce per divergenze su profondi temi della amministrazione – fa notare Carugno – Per espresse dicharazioni sulla stampa e su FB, nasce per le ambizioni di qualcuno, non si sà se da Sindaco o Consigliere Regionale, ma, sicuramente, a candidarsi.
Vorrei però, con affetto, ricordargli, che, a meno che non smentisca se stesso e abbandoni il centrosinistra, di cui si si dichiara “anima”, non andrà da nessuna parte neanche se facesse le magie di abbinarsi, come alle elezioni comunali, con una potente candidata femminile che gli porti, in dote, una valanga di voti portandolo a risultati inaspettati. Mi sarei, invece, aspettato che il nuovo protagonista della politica sulmonese, visto che è stato eletto in una lista su cui avevano fatto convergenza diverse componenti della politica, del mondo civico e del mondo culturale, (che hanno portato moltissimi voti), prima di fare scelte importanti, come quella di indicare un assessore o mettere in crisi la amministrazione comunale, convocasse i suoi “azionisti”, tra cui il PSI di cui sono autorevole ed ufficiale esponente, per concordare, come democrazia insegna, scelte e linee politiche.
Invece abbiamo avuto un “self made-man” al quale non ci resta che dire grazie per questi “brillanti” risultati”.
Poi Carugno ipotizza cosa accadrà in caso di nuovo commissariamento.
“Sarà un disastro – aggiunge – Non aspettiamoci che il Commissario corra a Roma per bussare alla porta di qualche Ministro per fermare il tubo dell’Eni o per salvare il Tribunale; non aspettiamoci che corra all’Aquila per riqualificare l’Ospedale; non aspettiamoci che metta in atto le procedure per accellerare le pratiche del terremoto e per far arrivare nuovi fondi, nè che spronerà gli Uffici Urbanisti e Tecnici per dare attuazione ai Piani Complessi e lavoro e respiro al settore delle imprese edili; non farà scelte per il Centro Storico, non farà, insomma, sentire, alla nuova politica che governa il paese ed alla nuova che governerà la regione, la voce forte e chiara di questa città. Senza contare che l’80 per cento dei consiglieri non sarà rieletto”.